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“Hai messo giudizio?” Questa era una frase che, tempo fa, alcuni genitori rivolgevano ai figli quando, fra i 16 e i 21 anni, li vedevano soffrire di “mal di denti”.

In genere l’età della maturità coincide infatti, nella maggioranza dei casi, con l’epoca in cui spuntano i terzi molari delle arcate, gli ottavi di ognuna, che sono appunto chiamati denti del giudizio.

Lo scopo dell’odontoiatria è, nella maggioranza dei casi, “conservare” quanto più a lungo possibile i denti in salute, curandoli dalle carie e dalle malattie delle gengive che possono causarne la perdita. Per i denti del giudizio
ci sono però indicazioni differenti che dipendono da vari fattori quali la giusta occlusione e la salute degli altri denti.

Denti del giudizio: quali problemi?

Quando i molari del giudizio erompono trovando il giusto spazio, sia in mascella che in mandibola, e sono sani, vanno mantenuti il più a lungo possibile perché contribuiscono a mantenere il giusto allineamento dei denti.
In altri casi ci sono invece le indicazioni per l’estrazione:

• quando i denti restano parzialmente nella gengiva causando dolore, gonfiore, infezioni e soprattutto difficoltà ad aprire la bocca e ad essere puliti;
• quando restano inclusi, ovvero catturati nell’osso e talvolta perfino in posizione orizzontale; la spinta che la crescita comporta spinge questi denti verso le radici del settimo molare che quindi rischia di essere danneggiato o spostato.

L’estrazione dei molari del giudizio può essere eseguita con l’aiuto del protossido d’azoto che ha proprietà analgesiche e ansiolitiche (oltre che in anestesia locale). È un intervento chirurgico che può, a seconda dei casi, comportare una serie di disagi quali il gonfiore o l’intorpidimento nella zona in cui si è operato.
Il più delle volte è sufficiente un antidolorifico (necessariamente prescritto dall’odontoiatra, dopo l’intervento a seconda delle necessità individuali) e impacchi con il ghiaccio sulla guancia.

Importante sarà non fumare, non succhiare sulla zona dell’estrazione, mangiare cibi freschi e morbidi masticando sul lato opposto a quello dell’estrazione, dormire con un cuscino in più tenendo la testa alta e, in caso di sanguinamento, mordere un tamponcino (fornito in studio al momento della dimissione) o una garza piegata, bagnata con acqua fredda e strizzata, per una decina di minuti (o finché il sanguinamento non si sia fermato).
Ad ogni modo, essendo l’estrazione dei denti del giudizio un vero e proprio intervento è bene affidarsi, anche nel post operatorio, ai consigli del proprio odontoiatra.